Finisce la vita:
si va al cimitero
con fiori, memorie
e un pensiero.
Ma il morto è morto,
non parla mica, e no,
nemmeno presta ascolto.
Il vivo però ci va:
si sente in colpa
per quella vita
che all’altro già fu tolta.
La morte, è ver, fa male,
ma al vivo fa più torto,
perché egli vive sapendo
che un altro già è morto;
e il ricordo duole
più della stessa morte,
perché sulla coscienza
il peso
di una migliore sorte
toccata sì per caso
la serenità
tiene in sospeso.
Non puoi viver
e finta far di nulla:
la memoria, questa bulla,
t’insegue e ti disturba
finché l’anima ti turba.
Però vivi!
Vivi ancor, vivente della vita,
ché e a morir ci andiamo tutti:
vecchi, giovani, belli e brutti.
E se in colpa tu ti senti
puoi pensar che in fin dei conti,
prima o poi sarà finita.